Inauguriamo oggi una nuova rubrica che abbiamo pensato su misura per voi, per chi vuole investire in Web Marketing e ha bisogno di capirne di più, per chi vuole diventare esperto di settore, per un neofita, per chi è appassionato e anche per un professionista che ha continuo bisogno di aggiornamento. Insomma, con la rubrica I consigli di ti offriremo interessanti aggiornamenti riguardo il Web Marketing e l’utilità che può riservare al tuo business e lo faremo grazie alle competenze di professionisti del settore.
Da chi cominciamo? Da Matteo Pogliani, esperto di Influencer Marketing e autore di un libro dedicato all’argomento. Cominciamo?
Matteo Pogliani, digital strategist, consulente di comunicazione e blogger. Matteo si occupa, in Open-Box e nel suo blog, di dar vita a strategie in grado di sostenere i percorsi di enti e aziende nel variegato mondo del digitale.
Matteo è autore del libro Influencer marketing: valorizza le relazioni e dai voce al tuo brand, edito da Dario Flaccovio Editore, che puoi acquistare qui.
#1. Ciao Matteo! Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di Influencer Marketing. Ma chi sono, realmente, gli influencer?
Persone che grazie a competenza, reputazione, capacità relazionali, sono riusciti a divenire un punto di riferimento credibile per un gruppo di persone. Influencer non si nasce, ma si diventa. Un ruolo che ci viene “donato” dagli altri, mostrandoci interesse e seguendoci.
Riferimenti credibili e spontanei da cui gli utenti attingono informazioni per lor attendibili e qualitative. Vi prego, non fermiamoci alle belle ragazze in posa con qualche prodotto su Instagram.
#2. Quali sono le caratteristiche di un influencer?
- Knowhow: la capacità di donare contenuti capaci di rispondere alle esigenze degli utenti, qualunque esse siano. Non pensiamo solo a competenze verticali e/o accademiche. La necessità può anche solo essere ridere con un buon video.
- Trasparenza: la moneta più importante per creare relazioni a lungo termine con gli utenti. Perché si può si fingere, ma alla lunga prima poi i nodi vengono al pettine con tutti i guai immaginabili.
- Reputazione: la reale moneta che un influencer può spendere. Senza questa difficilmente si può essere credibili e diventare un riferimento. Un elemento, la reputation, che si costruisce nel tempo e su cui bisogna continuamente lavorare.
- Capacità relazionali: avrei potuto parlare di capacità comunicative, ma sarebbe stato riduttivo. L’influencer prima di tutto dev’essere un driver di relazioni, riuscendo a fare network. Perché senza una rete non esiste influenza.
#3. Uno studio condotto nel mese di Maggio del 2015 da Schlesinger Associates per Augure, ha stimato che l’84% dei professionisti di marketing e di comunicazione avrebbero coinvolto influencer di settore per lanciare almeno una campagna promozionale nei 12 mesi successivi. L’84%, un numero incredibile. A cosa è dovuto questo interesse crescente per l’Influencer Marketing?
Perché permettono di rivestire le comunicazione dei brand del trust e della autorevolezza che queste figure portano in dote. Un processo capace di rendere la comunicazione più autentica e coinvolgente, svestendoli di gran parte di quelle sovrastrutture commerciale che gli utenti non sopportano più.
Uno strumento per creare relazioni e fidelizzarle nel tempo, spingendo a generare un fattivo dialogo, un interscambio che alla lunga porta vantaggi ai brand, generando valore condiviso.
#4. Quali brand dovrebbero investire in Influencer Marketing? E quali no?
A mio avviso non c’è un settore giusto ed uno sbagliato. Gli influencer sono utenti, e tutti i brand, più o meno, devono a loro rapportarsi. Ovvio che ci sono settori più sensibili come la moda, il mondo travel ed il food, ma ogni settore può, con il giusto progetto, utilizzare con profitto l’influencer marketing.
#5. Quali sono i vantaggi e le utilità di un investimento in Influencer Marketing?
La possibilità di variare la comunicazione aziendale, andando oltre gli schemi classici che sempre più faticano a dare risultati. Gli utenti sono ormai smart, abituati, attenti ed è quindi importante per le aziende trovare vie nuove per comunicare con loro. Una comunicazione “relazionale”, che punta realmente al coinvolgimento ed al dialogo. Cosa chiedere di più?
Trovo perfetta questa affermazione di Brian Solis per riassumere il concetto:
“Allineandosi agli influencer, i marchi ricevono una forma di validazione peer-to-peer e riuscire là dove il marketing tradizionale spesso fallisce”.
#6. Quali rischi corrono i brand che coinvolgono influencer di settore nelle loro campagne promozionali?
Il rischio maggiore è quello di voler controllare tutto. Sempre. Un buon progetto di influencer marketing deve, come detto, lasciare l’influencer libero di esprimersi. Solo così avrà i risultati prefissati, perché è proprio il suo modo di esprimersi e comunicare che lo ha reso il riferimento che è. Se lo spogliamo di questo gli togliamo gran parte delle sue potenzialità. . Ricordiamo poi che con gli influencer non si lavora, si collabora.
Altro elemento spinoso è quello della traparenza. Sul web gli scheletri nell’armadio alla lunga saltano fuori, esponendoci a situazione spesso dannosissime. Imprescindibile quindi essere onesti sulle collaborazioni e tutto ciò che ne deriva.
#7. A proposito della scelta e dell’impiego ottimale di un influencer nelle campagne promozionali, nel tuo libro parli dei 3 step dell’Influencer Marketing. Di cosa si tratta? Quali sono?
Tre passaggi chiave per creare un buon progetto d’influencer marketing.
- Individuare: l’attività che ci permette, con un’attenta analisi, di scegliere il giusto influencer da coinvolgere
- Gestire: contattare l’influencer e supportarlo per portare a termine il progetto
- Misurare: valutare i risultati del progetto (è pur sempre marketing!)
Ognuno dei tre step è vitale per dar vita ad un’attività davvero performante, attività che possa realmente portare ROI al brand.
Leggi anche: Reputazione sul Web: come gestirla?.
#8. Ci suggerisci un esempio ben riuscito di Influencer Marketing?
Il caso di #unamacchinaperrudy ad esempio, in cui Smart ha colto al volo la provocazione di Rudy Bandiera su testare quanto valesse la sua influenza sul web. Una macchina gratis per un anno ha portato un numero di condivisioni e conversazioni incredibili.
#9. Futuro. Nessuno di noi è in possesso di una fantastica sfera magica, questo è ovvio, ma come credi che evolverà l’Influencer Marketing? Quali sviluppi potrebbe avere e opportunità riservare ai brand?
Col tempo si andrà sempre di più verso una “normalizzazione” del fenomeno e, soprattutto, ad una sua regolazione (in parte le regole ci sono già). Questo costringerà i brand ad una selezione attenta, andando a cercare le figure davvero utili per loro.
Probabilmente poi in futuro saremo tutti influencer, una democratizzazione che porterà a relazionarci in particolare con i cosiddetti micro influencer, “semplici” utenti con una grossa dose di credibilità e spontaneità, le migliore leve per far funzionare una comunicazione. perché come dico sempre, non si vive di sli follower.
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