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Perché 9 StartUp su 10 falliscono?

Capire le ragioni dell’insuccesso è fondamentale per non ripetere gli errori e dirigersi verso la strada del successo. Come già nel 2014 scriveva Erin Griffith, 9 StartUp su 10 oggi falliscono ed è questo forse tra i peggiori insuccessi della società post-moderna, così avanzata e progredita. Dal 2014 ad oggi la situazione non è poi cambiata di molto e uno studio condotto e pubblicato da CB Insghits ha individuato le 101 ragioni per cui le StartUp falliscono. Hai una StartUp o hai intenzione di avviarne una? Bene, concediti qualche minuto perché qui c’è qualcosa che dovresti conoscere.
Quali sono le principali ragioni che decretano l’insuccesso di una StartUp? Di seguito ti invito a riflettere sulle prime 10 cause per cui 9 StartUp su 10 falliscono.
 
 

Le 10 (più importanti) cause per cui le StartUp falliscono

Le StartUp falliscono perché:
 

#1. Le soluzioni che offrono non soddisfano un bisogno di mercato

Questa è la principale ragione per cui le StartUp oggi falliscono: offrono soluzioni, forse, ma queste quasi mai sono in grado di risolvere uno specifico e reale bisogno del mercato. E se non riesci a offrire concreta utilità, in che modo speri di trovare una nicchia di clienti a cui rivolgerti e disposti ad acquistare da te? Quel che devi fare è costruire un modello di business scalabile che sia in grado di rispondere ad un’esigenza specifica, reale e concreta.
 

#2. Mancanza di liquidità

La seconda ragione per cui le StartUp falliscono così di frequente è la mancanza di liquidità con cui far fronte ad acquisti, investimenti, imprevisti (questione mai da sottovalutare) e per fronteggiare le passività a breve termine.
 

#3. Il team non è quello giusto

Secondo la ricerca, una delle principali ragioni del fallimento di una StartUp è da rintracciarsi nella mancata adeguatezza del team prescelto, che deve possedere tutte le competenze, le abilità e le professionalità necessarie e adeguate per spingere il prodotto sul mercato e per farlo in totale autonomia. Dal perfetto mix di persone e di competenze nasce il successo di una StartUp.
 

#4. Il mercato è saturo e la concorrenza è sottovalutata

Certo, essere ossessionati dai competitors non è mai sano, per nessuna azienda, ma non lo è neppure sottovalutarli e mi riferisco sia ai concorrenti già presenti sul mercato sia ai nuovi possibili ingressi. Spesso le StartUp (lo studio ha registrato il 19% dei casi esaminati) si trovano ad affrontare problemi di saturazione del mercato, pieno zeppo di aziende che soddisfano il medesimo bisogno e che non portano nulla di nuovo e di innovativo in quello specifico settore. In casi come questo il fallimento è annunciato!
 
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#5. Problemi di costo e di prezzi

Una delle maggiori difficoltà per una SturtUp è fissare un costo per il prodotto che non sia troppo basso e neppure troppo alto, che valorizzi il prodotto, che garantisca guadagni e che, al tempo stesso, soddisfi le esigenze e le aspettative del mercato. Insomma, il prezzo fissato deve essere equo e adatto al prodotto o servizio, oltre che al mercato di riferimento, e deve essere capace almeno di coprire i costi, se non di garantire guadagni, ai quali (in alcuni casi) si potrebbe aspirare anche in un secondo momento, quando il prodotto e il brand hanno raggiunto maggiore maturità e familiarità presso il target di riferimento.
 

#6. Il prodotto o il servizio non è user-friendly

L’insuccesso di una StartUp è imputabile anche all’incapacità di ascoltare il proprio cliente, al fatto di ignorare (alcune volte volutamente altre inconsciamente) i suoi desideri, le necessità, i sogni e i bisogni. Non dargli quello di cui ha bisogno e quello che desidera è un grave sbaglio.
 

#7. Il modello di business è fondamentale

Senza un modello di business ben preciso da seguire e su cui fare affidamento è impossibile per una StartUp puntare al successo. E’ molto importante che il business sia scalabile, ovvero che dimensioni, clienti e volume d’affari possano crescere in modo anche esponenziale senza che sia necessario un impiego di risorse proporzionali. Una StartUp, quindi, ha successo se riesce a sfruttare le economie di scala e se ha previsto dei canali e dei modelli di business alternativi a quello con cui sta avviando l’attività, nel caso in cui dovesse non funzionare.
 

#8. Investire in Marketing può essere vitale

Investire in Marketing può essere vitale per una StartUp (e non solo). Fare indagini di marketing, capire il proprio target di riferimento, i gusti, le esigenze, le abitudini significa capire in che modo attirare la sua attenzione, convertirli poi in contatti, dopo in clienti e, infine, fidelizzarli. Intercettare le persone giuste e comunicare a loro nel modo adeguato è essenziale per ogni impresa, sia per una StartUp sia per un brand longevo.
Leggi anche: Inbound Marketing: come trovare nuovi clienti.
 

#9. Inflessibilità e mancanza di risposta adeguata ai feedback dei clienti

Procedere dritto per la propria strada senza avere occhi per guardare né orecchi per sentire significa essere chiusi e autolesionisti. L’inflessibilità, l’incapacità di osservare e di ascoltare i proprio clienti, di capire le loro risposte, quindi i loro reali e concreti bisogni e desideri, significa fallire. Prestare attenzione ai tuoi clienti e adattarti alle loro richieste è saggio e fondamentale per proseguire lungo la strada del successo.
 

#10. Arrivare nel momento giusto è fondamentale

Rilasciare il prodotto nel momento sbagliato è una delle cause più frequenti di insuccesso di una StartUp. Immettere sul mercato un prodotto con largo anticipo significa che non sarà percepito positivamente o non sarà percepito come utile dai tuoi potenziali clienti, poiché non avranno ancora ben chiaro cosa potrebbe fare di prezioso per loro. Immettere sul mercato un prodotto in ritardo vuol dire perdere un’importante opportunità di business poiché, nel frattempo, i tuoi competitors avranno già occupato il mercato. Insomma, arrivare nel momento giusto è fondamentale.


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Cosa serve alle StartUp?

Il retroscena delle startup

Molto spesso sentiamo la parola “startup” distrattamente dalla radio, in tv o la leggiamo sui giornali.
Una startup è una piccola nuova impresa, questa è la definizione che ci diamo quando parliamo dell’argomento. Ma dietro alle startup c’è molto di più, perché ognuna di esse nasce da un’idea, un progetto, e delle persone che investono non solo economicamente, ma anche emotivamente.

Cosa sono veramente le startup?

Sono nuove imprese, composte inizialmente da poche persone, che si appoggiano generalmente al digitale per sviluppare il proprio progetto. Sono fondate sulle idee di giovani imprenditori, che si trovano nella maggior parte dei casi sprovvisti di reali conoscenze del business. A questo proposito è bene documentarsi sul mercato in cui si inserisce la startup, analizzandone a fondo le caratteristiche per poi creare un piano di business specifico per dare una direzione concreta alla piccola impresa; sono i primi step che avviamo anche con i nostri clienti, di fondamentale importanza per uno sviluppo sano del business.
Questi progetti, per avere un sostentamento economico iniziale, ma anche durante i primi anni di attività, sono autofinanziati oppure appoggiati da finanziatori esterni che credono nell’idea e nella possibilità reale della startup di favorire l’economia di quel determinato settore.
Il concetto di startup è importato dall’America, e in Italia è stato visto come una concreta possibilità per i giovani di crearsi un proprio lavoro, cercando allo stesso tempo di realizzare le proprie idee.

Avere l’dea giusta può fare la differenza in ambito #startup #webstation @web_station

Di cosa ha bisogno una startup per iniziare?

Nella pratica, quali sono i principali mattoni per costruire una startup che funzioni?

  1. Partire dall’idea: sembra semplice, ma l’idea che ha fatto scaturire il desiderio di mettersi in gioco per aprire una nuova impresa deve essere realizzabile. Sostenibile economicamente e nel lungo periodo. Se non c’è un’idea forte o rivoluzionaria la start-up può avere breve vita.
  2. Stabilire un piano di business: per la sostenibilità economica dell’azienda è necessario analizzare tutti i fattori che la coinvolgono a trecentosessanta gradi: dall’individuazione del target di riferimento alla stesura di un programma di budget, che includa le azioni di marketing, di comunicazione e di promozione dell’identità dell’azienda.
  3. Le persone: sembra scontato, ma spesso ci si dimentica che sono le persone che hanno dato il via al progetto, ed è su di esse che bisogna puntare, sia attraverso la formazione individuale sia tramite la cooperazione di gruppo. Bisogna saper scegliere i dipendenti giusti, domandarsi quali sono le capacità dei colleghi per poterle mettere in risalto per apportare benefici all’azienda. Bisogna sempre ricordare che una startup è un impegno costante, non è qualcosa da prendere alla leggera, quindi alla base di tutto servono le giuste motivazioni, e uno sguardo attento al presente per comprendere meglio quale sarà il futuro.

    Spesso chi crea una #startup è giovane per conoscere il mondo del business, ma si può sempre imparare #webstation @web_station

Un po’ di numeri

In Italia le start-up nate negli ultimi anni sono veramente molte, ma poche riescono nel lungo periodo a rimanere stabili sotto forma di azienda vera e propria. Secondo le informazioni raccolte da Startup Italia, sono stati raggiunti 97,977 milioni di euro in 74 operazioni di investimento. Il nostro Paese ha visto un vero e proprio boom di nascite di startup, sostenute da appositi incubatori, i luoghi in cui i nuovi imprenditori possono confrontarsi, creare collaborazioni ed essere seguiti dal punto di vista formativo.
Il 2015 è stato l’anno delle startup, specialmente in ambiti come il turismo, il food e la medicina. Ci aspettiamo a questo punto che il 2016 sappia rispondere positivamente alle aspettative.